Senua’s Saga: Hellblade 2 (Recensione) – L’opinione di Runewalker
Senua’s Saga: Hellblade 2 è un action adventure di ninja theory dove vestiremo nuovamente i panni di senua, in quella che è la naturale prosecuzione degli eventi di hellblade senua’s sacrifice. Senua’s Saga è ricco di dettagli e richiami agli antefatti del primo capitolo, quindi il mio invito è quello di recuperare prima Sacrifice e passare poi a Saga per poterne assaporare appieno le sfumature. In qualsiasi caso, all’inizio del gioco vi verrà proposto un super riassuntone spannometrico delle tematiche trattate, che non rende minimamente giustizia alla profondità del capitolo originale, ma sempre meglio di nulla. Senza scendere nei dettagli degli archi narrativi e delle storyline, che sarebbero un mega spoiler, i temi trattati sono estremamente maturi e coinvolgenti, con i quali è facile entrare in sintonia e che ci consentono, talvolta, di empatizzare con i diversi protagonisti presenti, oltre che con Senua.
L’avventura si sviluppa su 6 capitoli, e vedrà Senua venire rapita da degli schiavisti vichinghi, decisi a portare lei e parte del suo popolo in islanda per essere sacrificati ai giganti. La spedizione affonderà e partirà la nostra avventura, dove dovremo farci largo in un mondo pieno di pericoli e nemici, mortali e non, passati e presenti. Durante questo viaggio esploreremo diverse ambientazioni, in una continua alternanza fra il mondo reale dell’Islanda e il mondo immaginario che, dalla testa di Senua, verrà materializzato, mantenendo sempre un buon ritmo, senza distogliere troppo l’attenzione del giocatore dalla storia. Verremo deliziati da paesaggi mozzafiato e verranno concessi piccoli intermezzi ai completisti dove cercare parti del mito islandese narrate da Druth, il druido norreno del primo capitolo, ma anche rocce che, in una sorta di pareidolia, si mostreranno con una forma di volto e sbloccheranno piccole caverne segrete. Non mancano anche stavolta gli enigmi ambientali, che non saranno solo basati sulla sovrapposizione di oggetti in prospettiva per trovare le rune, ma anche piccoli rompicapi basati sull’attivazione di interruttori per liberare la strada e procedere. Non pensate sia un puzzle game però, sono più strumenti per intrattenere il giocatore e collocare meglio alcuni aspetti psicologici e narrativi.
Il sistema di combattimento si attesta sulla sua formula già sperimentata nel precedente capitolo, con la possibiltà di sfrerrare attacchi leggeri e pesanti, bloccare i colpi, pararli con la giusta tempistica oppure schivarli. Avremo, più avanti, anche la possibilità di recuperare lo specchio che sbloccherà, come in Sacrifice, la capacità di attivere un attacco speciale e infliggere ingenti danni ai nemici, spesso sufficienti a uccidere istantaneamente chi ci si parerà dinanzi. I nemici non concedono enormi spazi e attaccano o difendono in maniera convincente, sfruttando pattern ben chiari e riconoscibili. Senua’s Sacrifice tra l’altro ha il classico sistema di difficoltà standard, facile normale e difficile, al quale si aggiunge un’opzione per la difficoltà dinamica, che si adatta all’abilità del giocatore: io ho scelto quest’ultima e i combattimenti sono stati ben calibrati, appaganti senza essere triviali, ma mantenendo il focus sulla storia e sul flusso naturale della narrazione. Nota di corredo: ho apprezzato un certo innalzamento del livello di violenza, specie nelle animazioni: i nemici muoiono, e anche male, con delle esecuzioni in piena regola, segno che la nostra Senua abbia fatto quello step “extra” verso la crudezza – e al contempo “realtà” – della vita, spietata e brutale, tanto nella testa quanto nel combattimento.
Da un punto di vista squisitamente tecnico, senza scendere nei parametri numerici, Senua’s Saga Hellblade 2 è una gioia per gli occhi e per le orecchie, concretizzando quello che è un vero e proprio film interattivo ad altissimo livello artistico. Visivamente si vede chiaramente una cura spasmodica per ogni dettaglio, dalle strutture delle caverne ricche di anfratti e di texture fino a un sistema di illuminazione mozzafiato, specie quando illuminato dalla torcia. Nè Series S nè Series X mostrano segni di cedimento e i 30fps non pesano all’occhio, coadiuvati dall’incedere del gameplay mai particolarmente frenetico e bisognoso di frame rate. Su PC più performanti invece, il frame rate più elevato dà senz’altro una marcia in più sotto tutti i punti di vista: poi che siano “un plus”, siamo tutti d’accordo, ma in termini squisitamente tecnici, la produzione grafica è mostruosa sotto ogni aspetto: animazioni, riflessi, nebbia, superfici, tutto crea un’atmosfera perfetta al mood della storia. Come l’occhio, anche l’orecchio vuole la sua parte, e il comparto sonoro si attesta a livelli incredibili: l’audio binaurale e 3D danno il turbo a quello che già è più che convincente a schermo, con suoni ambientali precisi e soundtrack maestose ed emozionanti. Più volte mi sono voltato, mentre lo stavo giocando, per capire se fossi solo nella stanza: ho tolto le cuffie (strumento fondamentale per l’esperienza di hellblade) per poi dire “sono un pirla”: ma tant’è, l’immersività c’è tutta: si vede e si sente, a livelli incredibili.
Vi dò la mia opinione: Senua’s Saga Hellblade 2 è consigliato? Assolutamente sì: non mi sarei aspettato nulla di diverso da quanto ho potuto vivere nelle 8 ore di storia principale, dove nulla è fuori posto; si tratta della dimostrazione concreta, tecnica e narrativa, di quanto le buone idee e la cura per i dettagli possano ancora trasmettere delle emozioni travolgenti, semplicemente indossando un paio di cuffie e stringendo un pad fra le mani.
La sezione che arriva parlerà del gioco con le mie considerazioni in merito a Senua, senza spoilerare nulla della trama perchè la mia ultima intenzione è quella di rovinarvi il gioco, ma c’è comunque qualcosa che vale la pena analizzare, quindi affrontate questo blocco solo se avete già concluso il gioco e siete qui “di ritorno”, oppure se non avete intenzione di giocare Hellblade 2.
La cosa che mi ha più spiazzato di Hellblade 2, nel bene e nel male, è stato l’arco evolutivo del personaggio di Senua. Nel primo capitolo la nostra guerriera pitta era una foglia travolta dal vento di disagi psicotici decisamente violenti, spesso paralizzata dal dubbio, dall’incertezza e dai traumi che si porta appresso per colpa del padre, che torna immancabilmente a tormentarla quando le Erinni nella sua testa le rimarcano gli errori che Senua commette, e ha senso che una delle nemesi della protagonista sia ancora parte integrante del suo “oggi”, perchè tutti i ricordi e la strada percorsa hanno fatto diventare Senua ciò che è. Ma se da un lato posso capire che gli sviluppatori, affiancati da neuropsichiatri e pazienti affetti da vere psicosi, abbiano voluto far evolvere Senua dandole maggior indipendenza e sicurezza da un punto di vista decisionale, dall’altra mi lascia spiazzato sull’eventuale proseguo dell’arco evolutivo del personaggio. Le psicosi e i ricordi, così come l’ombra del padre di Senua, non ci lasciano mai, e la strada che ci si para dinanzi è frutto delle decisioni prese – anche se sbagliate – che hanno tracciato il percorso alle nostre spalle e che ci hanno fatto evolvere. Ma se prima le Erinni, nella testa di Senua, erano parte integrante dell’esperienza, quasi delle co-protagoniste, ora sembrano quasi essere un elemento di sottofondo marginale, o quasi più un “aiuto rapido” in game per districarsi fra gli enigmi. Altro discorso è ad esempio il marciume che affligge Thòrgestr e che Senua riconosce subito: sembra un cameo del primo gioco che però avrei preferito vedere più approfondito, anzichè essere usato come pretesto per forzare Senua ad agire empaticamente nei suoi confronti. La cosa che mi ha lasciato stupito, e che ha sollevato diversi interrogativi in me quindi è proprio nell’evoluzione di Senua, dove la fragilità che mostrava nel capitolo originale era decisamente più umana, convincente, aderente a una persona afflitta dalle psicosi che erano quasi le protagoniste dell’esperienza… le stesse psicosi che ora sembrano essere più presenti in altri anzichè in Senua, e che quindi rendano più interessanti gli antagonisti della protagonista. E’ un gusto personale, ma arrivato ai titoli di coda ho detto: “ma quindi, se andrà avanti… come andrà avanti? Senua sarà ancora Senua… o sarà sempre più “eroina intrepida”, mentre la parte di traumi trasposti a schermo, sarà a carico degli altri personaggi e non di Senua?”. Al netto di questa scelta, che è davvero stilistica e narrativa, e che non ha nulla a che fare con la qualità del prodotto, non posso che essere SUPER soddisfatto, anche se spiazzato, dal prodotto che abbiamo fra le mani. E voi? Che ne pensate? Fatemi sapere in un commento qui sotto, magari anteponendo SPOILER, per non rovinare l’avventura agli altri giocatori.
-Runewalker
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